Il laser è uno strumento che ha trovato un crescente impiego all’interno degli studi odontoiatrici grazie alla sua versatilità: esso, infatti, ha la capacità di tagliare i tessuti dentali attraverso l’utilizzo della luce. Oltre a tagliare, il laser agisce sui batteri, decontaminando, ed effettua un’azione di biostimolazione che promuove la guarigione tissutale.
Il termine LASER è l’acronimo di Light Amplification by the Stimulated Emission of Radiation.
I laser all’erbio hanno un’elevata affinità per l’idrossiapoatite e il maggior spettro di assorbimento per l’acqua, quindi sono i migliori nella terapia dei tessuti duri, anche se possono essere impiegati anche per l’ablazione dei tessuti molli.
I LASER a diodi lavorano a lunghezze d’onda che sono assorbite primariamente dalla melanina e dall’emoglobina: per questa ragione sono molto indicati per procedure a carico dei tessuti molli.
I maggiori vantaggi dell’utilizzo di questo apparecchiature sono la possibilità di operare senza utilizzare l’anestesia e di avere un approccio minimamente invasivo alle terapie, con un campo operatorio privo di sanguinamento e diminuendo l’ansia del paziente, il suo discomfort intra e post operatorio.
I LASER utilizzati sui tessuti duri permettono di rimuovere carie, smalto e dentina, così come alcuni materiali da restauro . Il raffreddamento della polpa può avvenire con aria o acqua, al fine di non causare un eccessivo innalzamento della sua temperatura.
La preparazione cavitaria con il LASER non richiede che l’elemento dentale sia anestetizzato, quindi può essere una soluzione vincente per la terapia di pazienti pediatrici o agofobici.
ARTICOLO ESTRATTO DALLA RIVISTA “IL DENTISTA MODERNO” 1 AGOSTO 2019
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